Mt 23, 1-12
Il modo di apparire
agli altri rischia di prendere il sopravvento nella nostra via perché
non vogliamo essere giudicati mali. Le malelingue tagliano e fanno male! Tuttavia, quando non si ha nulla da nascondere perché bisogna temerle?
Allora ci
troviamo dinanzi ad un bivio: o indossare delle maschere e con esse
avere il rispetto della gente; o essere se stessi e conquistarsi la
fiducia degli altri costruendo rapporti umani autentici. Da qualche tempo, preferisco la seconda strada. Quella più difficile.
Tuttavia, in
questo modo, chi mi è accanto mi accoglie non per degli atteggiamenti
corretti, ma per quello che sono e mi aiuta a crescere quando sbaglio, nella sincerità e nell’immediatezza. Se veramente una persona mi vuole bene, non mi condannerà quando sbaglio, ma troverà il modo di andare nel profondo e di capirmi. Non sparlerà di me, ma mi chiamerà in disparte e mi farà notare alcune cose. Forse mi chiederà anche scusa.
Senza maschere, evvero, si è vulnerabili e le tempeste possono travolgerti. Ma è meglio
essere travolti che essere presi in giro. È meglio essere delusi che
essere soddisfatti da persone edulcorate che sanno dirti sempre le
stesse cose. E non con il cuore, ma con quella adulazione subdola da alto borgo.
Preferisco i bassi fondi. Lì non mi giudicano per il mio modo di vestire, ma sanno saziare la mia fame, senza neanche sapere chi sono. Sì: preferisco gli ultimi posti e prego il Signore
che mi faccia navigare sempre in questo mare poco gettonato ma ricco di
un panorama stupendo che desta meraviglia e stupore. Sempre!