XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C)
Lc 14, 1.7-14
Mi è capitato di assistere ad una scena particolare. Ero in una parrocchia per la pastorale, diversi anni fa. Prima di una messa feriale due signore di una certa età se le sono date di brutto. Una si è addirittura rotta le costole. Perchè? Antipatia.
La cosa buffa è che una disse al parroco, dopo l'accaduto: o io o lei! Quel pover'uomo doveva scegliere tra le due. Assurdo! Cose che purtroppo capitano a chi frequenta assiduamente la chiesa. Il banchetto eucaristico è, di frequente, appannaggio di orgogliosa supremazia.
Chi deve dire il rosario, chi mettere i fiori, chi suonare le campane... guai se lo fa qualcun'altro. In questo momento il mio pensiero va ad un sacerdote anziano che ogni anno mi chiama per un aiuto durante la festa patronale. Chissà quante umiliazioni di questo tipo ha dovuto subire!
Non è facile esprimere il ministero della sintesi, nel coordinare i vari ruoli che ognuno ha nella parrocchia. Mi conforta, però, la presenza di tante persone umili che non fanno rumore. Il loro silenzioso orante mi affascina e mi incoraggia.
Lo stesso io: perchè ho scelto la strada del sacerdozio? Quel sì di circa tre anni fa rischia di banalizzarsi in tante cose da fare; o nell'assurdo di avere conferme dall'effimero del mondo. Vivo per Dio e ogni giorno, a modo mio, confermo questo afflato.