Corpus Domini
Gv 6, 51-58
Abbiamo bisogno di nutrirci per vivere. Se non mangiamo e non beviamo l’organismo muore. Per questo siamo legati alla terra, che ci ha dato la vita e continuamente la alimenta con i suoi frutti. È uno dei nostri bisogni primari.
Accanto alla vita biologica abbiamo anche una vita spirituale che, per noi cristiani, è alimentata da Cristo il quale, sin dal giorno del nostro battesimo, ci ha donato una vita nuova.
Si tratta di un legame intimo e profondo con Dio padre. Un’unione che riguarda il cuore e che cresce grazie all’offerta di Gesù. Questo sacrificio,
avvenuto storicamente circa duemila anni fa, si ripete ancora oggi
mediante lo Spirito che lo rende attuale nella celebrazione eucaristica.
Essa è memoriale, appunto, dell’ultima cena. Nel cenacolo, infatti, Gesù si dona a noi nel suo corpo e nel suo sangue: “Ora,
mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la
benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e
mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso
grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio
sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26, 26-28).
Questo è il cibo che alimenta la nostra vita spirituale, una vita che dura in eterno.
Buon pastore, vero pane,
O Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.