Domenica 28 Agosto 2011
Quando vogliamo troppo bene
a una persona, le auguriamo tante cose belle. Vorremmo evitargli
situazioni difficili, a volte normali inconvenienti della vita.
Vorremmo allontanarla da tanti periodi neri che per primi abbiamo attraversato.
Ma ci rendiamo conto noi stessi che senza quelle fasi buie non saremmo oggi quello che siamo.
Pietro vuole bene a Gesù.
Non vuole che passi attraverso la passione
del Golgota. Tuttavia è proprio attraverso questa esperienza che il
Cristo può dimostrare di essere Figlio di Dio. Egli, prima di tutto, si
fida del Padre e vuole fare la sua volontà.
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se
stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la
propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia,
la troverà».
Questo il messaggio per Pietro e per tutti noi.
Non possiamo rinnegare l’evidenza dell’esistenza: si cresce
e si matura attraverso esperienze negative che ci invitano a lottare
per raggiungere i nostri ideali. Si soffre senza una ragione umanamente
plausibile.
E qui parla Cristo con il suo esempio.
Se vogliamo seguirlo, siamo invitati a chiamare le cose per nome e ad affrontarle
con coraggio. Anche esperienze estreme di dolore. Accettarle e offrirle
a Dio per il bene nostro e di tutti è il nostro essere cristiani.
Allora, se
amiamo veramente una persona, le auguriamo solamente questo: che io ci
sia sempre in qualunque situazione della tua vita, per offrirti il mio
sostegno e la mia presenza amica.