Caro diario,
sono affascinato dall’epoca medioevale. Ho letto molte cose. Forse,
anche in questo caso, la fantasia ha l’aspetto dominante. È lei che mi
guida nel fascino di questo mondo.
Qualche giorno fa ho visitato un bastio medioevale.

Mi
sono intrufolato in una feritoia e, quasi incorniciata, ho visto tutta
la valle. Mi sono sentito un guardiano dell’epoca con l’arco in mano
pronto a schioccare la freccia. Tra quei ruderi ho immaginato la vita
che un tempo c’è stata.
Quel
bastio è segno di un villaggio da difendere o di un confine da
mantenere. Adagiate sulle sponde tante case, ora pietre, dove i
contadini si rifugiavano. Ed una chiesa dedicata all’Arcangelo Michele,
grande combattente a difesa del nome divino. E di quell’antico
villaggio.
Certo
per arrivarci non è stato agevole. Tra sassi e rami secchi in un
sentiero in discesa, mi facevo strada aprendomi il sentiero. In
avventura. Come un pioniere alla scoperta di antichi segreti. Chi ha
abitato quel posto? Come viveva? Senz’acqua e senza luce al ritmo della
natura e dissetati da una sorgente ancora famosa.
L’acqua
disponeva, appunto, il dislocarsi degli agglomerati. I punti
inaccessibili garantivano la sicurezza del luogo. La logica e l’ingegno
dei guerrieri, l’inespugnabilità della torre. Mondo magico. Chissà se
c’era un mago Merlino che con intrugli e bacchette magiche dirigeva la
sorte futura.
Mondo
misterioso, oscuro, ma fiorente. Epoca di passaggio, dicono, ma
interessante. Tempo di sopraffazione e di persone giuste che hanno
lottato per un mondo migliore.
Come oggi!
Scusa la licenza poetica e a presto, caro amico.