Lc 3, 15-16.21-22
Gesù a trent’anni riceve il battesimo
ed inizia la sua missione dopo che lo Spirito discende su di Lui come
colomba ed il Padre lo proclama suo Figlio prediletto. Lascia, dunque,
la sua casa e va per la strada indicatagli dal Padre.
In effetti, questo è il vero senso del battesimo: iniziare una nuova vita come figli di Dio. Immergersi nelle acque ed uscirne è come nascere dall’utero materno per venire alla vita che Gesù ha aperto con le Resurrezione.
La maggior
parte di noi ha ricevuto il battesimo da piccoli, quasi appena nati. Non
ce ne ricordiamo neanche. Forse rievochiamo qualcosa della cresima,
confermando il battesimo. Io ho preso consapevolezza di questi sacramenti abbastanza tardi.
Un’esperienza
forte, in tal senso, l’ho vissuta dieci anni fa quando, come Gesù al
suo battesimo, avevo trent’anni. Ero appena arrivato a Roma per
completare gli studi teologici da laico, ma ero totalmente confuso.
Ancora non avevo preso in mano le redini
della mia vita. Come un bambino nel grembo della madre, non vedevo.
Avevo bisogno di uscire dal mio mondo per cominciare a vedere. Una
grazia che chiedevo continuamente.
Così il segno: la possibilità concreta di iniziare un serio discernimento
che non solo mi ha aiutato a vedere ma mi ha immerso in una vita
diversa, dove finalmente cominciavo a camminare dove volevo, secondo i
miei desideri. Ed oggi sono soddisfatto di quello che ho raggiunto.
Ci vuole una
certa maturità per cominciare ad inquadrare sul serio la propria vita.
Credo sia questo il messaggio della festa del battesimo del Signore.
Egli non ha bisogno, come noi, di ricevere il battesimo, tuttavia da
vero uomo prende consapevolezza con tempo della sua natura e della sua missione.
All’età di
trent’anni anche Lui comincia una nuova vita e lascia sua madre per
annunciare il regno dii Dio, guidato dallo Spirito. Questo l’esempio per
noi. Dove ci guida lo Spirito? Forse è il caso di ripensare al nostro battesimo e viverlo sul serio ogni giorno della nostra vita.