I
DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)
Lc 4, 1-13
Un bel giorno
imboccai una strada secondaria, più veloce, per andare ad un
paese. Come al solito ero in ritardo. Ad un certo punto arrivai ad un ruscello
senza il ponte. Bisognava attraversare le acque; si vedeva proprio che la
strada passava nel rivolo.
Mi resi conto, per
fortuna, che l'acqua era troppa e la mia "pandina" non ce l'avrebbe
fatta. Così tornai indietro e presi la strada normale. Giunsi
in ritardo, ma sano e salvo. E tutto proseguì normalmente. E se fossi rimasto
impantanato?
Boh! Sarebbe stato
difficile anche chiedere aiuto, visto che non c'erano case nel raggio di un
chilometro, come minimo. Almeno che il Signore non fosse
intervenuto in mio aiuto, se con fede mi fossi buttato. Ma, in tal modo, non lo
avrei sfidato?
Se mi fosse successo
qualcosa sicuramente anch'io Gli avrei gridato: dove sei? Perché
non sei venuto in mio aiuto? Potevo morire, però, e
allora se lo sarebbero chiesto gli altri, giacché stavo andando a una
celebrazione eucaristica.
Come sono attuali le
tentazioni di Gesù! Egli in modo lucido ed intelligente risponde con chiarezza
alle seduzioni del maligno: È stato detto: "Non
metterai alla prova il Signore Dio tuo". Ed è la cosa giusta da
fare, sempre.
Se, nel mio caso suddetto,
ho fatto tardi perché non ho saputo organizzare il mio tempo,
per quale motivo Dio doveva intervenire e fermare le acqua del “diluvio”?
Tuttavia, sono
convito che Dio intervenga sempre nella nostra vita, ma quando
non ce lo aspettiamo. Per questo neanche ce ne accorgiamo.
Egli è il Dio
dell'impossibile, ma non si piega alla logica di potere e di
violenza che spesso aleggia nelle nostre menti credenti. Lui agisce nei limiti
della nostra storia, non al di fuori di essa. Lì avviene sempre un passaggio:
da creature vecchie a creature nuove.
La creatura nuova
accoglie con intelligenza la Scrittura per fondare la propria fede
non a partire dalle proprie esigenze, ma dalla vera identità di Dio: Amore.
Questo è l'unico motivo della follia cristiana.
Alla fine l'Eucaristia
quel giorno l'ho celebrata dichiarando che Dio mi (ci) salva non dalle acque
delle mie (nostre) assurde pretese, ma da quelle più insidiose del peccato e
delle sue logiche.