E penso a chi testardo ha lottato per uno status quo. Solo contro tutti. Come quel vecchietto che non voleva lasciare la sua casa che dovevano buttare giù. Il progresso, una nuova strada più larga vale più di una storia.
Oppure a quell'altro che non mollava la sua attività. Per anni punto di riferimento indiscusso del paese, era ormai da solo a vendere qualche rimasuglio. Ma l'economia lo schiaccia e lui lascia.
Vanno via tante cose, si da spazio al nuovo ed al bello. Forse anche più comodo.
Eh sì, questa stanza della nostalgia stasera mi prende. Non so neanche io perché. Non vengo da un passato remoto, ma il fascino, quello sì, mi ha preso.
E' ciò che oggi mi fa vivere nel vecchio e nel nuovo, in un antico sempre rinnovato che, come una catena, ti costruisce il futuro. Ho un volto che guarda avanti ed una memoria che scruta i segni giusti di gloriosi antenati.
Forse questa quella luce da affiancare alla nostalgia. Che sempre rimane in questa stanza, ma pronta a lasciarsi fecondare per non indebolirsi e finire pietrificata.
Io direi di sì: è bello esplorare il proprio mondo, vederlo, portarlo alla luce. Ricco di ricordi può narrare racconti di saggezza e baciare candidamente nuovi sogni da realizzare.
Ora ne ricordo anche un altro di vecchietto. E' quello che cammina sempre ramingo in cerca di un qualcosa che sempre muta. Soddisfatto del suo vagare, trova in esso il suo tesoro sì da dire: ora tocca a voi.