La gloria mondana da importanza a cose che periscono. Come il denaro ed
il successo. Però queste cose le lasciamo alla dogana della vita. Quello
che portiamo con noi è altro. Gesù lo chiama comandamento nuovo. E' il
suo testamento spirituale. Il quale trova l'emblema nel tradimento di
Giuda. Perchè lì questo amore ha il suo apice. Gesù ama persino chi lo
tradisce. Questo è l'amore che resta per la vita e che egli ci insegna.
Soprattutto quando si spezza per noi nell'Eucaristia.
venerdì 29 aprile 2016
domenica 24 aprile 2016
Ritmi
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che
vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche
voi gli uni gli altri.
(Gv 13, 34)
(Gv 13, 34)
Mangiamo male, dormiamo male, riposiamo male, ...facciamo tutto male. Così diceva un istruttore di palestra. Occorre recuperare le sane abitudini, continuava. Infatti, i ritmi naturali della vita sono stravolti da tante cose. Soprattutto dalla corsa e dalla fretta. E' uno stress che ammazza, generando enormi preoccupazioni che appesantiscono.
Questo vale anche per la dimensione spirituale, spesso completamente messa da parte. Eppure è essenziale. Ci lamentiamo di non saper pregare perchè non sappiamo ascoltarci. Basta mettersi in sintonia con il respiro o con i battiti del cuore. Ritmi naturali del nostro organismo, che hanno bisogno di calma. Quella che rischia di fuggire.
Quando va via arrivano i problemi di ansia, con palpiti e mancanza di respiro. Gli orientali hanno molto da insegnarci nella vita spirituale. Parlano molto della postura del corpo e del flusso dello Spirito Santo, quale energia che rianima e consola. Noi latini abbiamo concettualizzato tutto, uccidendo lo Spirito. Ma solamente Lui può introdurci nel ritmo di Dio. Nel suo palpito di amore.
Quello che Gesù chiama comandamento nuovo. Un Amore che viene dal cuore di Dio per ritmare il nostro, scoordinato e sofferente. E' un amore folle, che raggiunge persino chi tradisce. Una passione che dona pace. Un ritmo primordiale che può sanare tante ferite. Credo sia necessario per noi cristiani sintonizzarsi su queste onde melodiche.
venerdì 22 aprile 2016
La voce
"L’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà
alle fonti delle acque della vita". Questa frase dell' Apocalisse
invita ad accogliere Gesù come il pastore bello. Quello che si sacrifica
per il gregge per donargli la vita vera. Quella che non ha fine e che
già oggi gustiamo nel vero amore. Egli può guidarci se ascoltiamo la sua
voce. A volte scomoda. Ma l'unica che fa scorgare la piacevole sinfonia
di un sì corrisposto al disegno di Dio. Su ognuno e sull'intera
umanità.
domenica 17 aprile 2016
Modelli
In quel tempo, Gesù disse: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono (Gv 10, 27).
Chi tratta impara, chi studia trova. Un detto usuale dalle nostre parti. Si sottolinea l'importanza di studiare al momento opportuno per un fiorente futuro. Si denigrano le cattive compagnie, le quali insegnano abitudini cattive. Tuttavia, aggiungo che lo studio non è sufficiente. Occorrono anche ottime compagnie che ti diano buoni amici o maestri di vita come modelli da seguire.
Nell'infanzia i modelli sono i genitori. Poi i compagni di scuola. Gli amici. Dopo i maestri di vita, i saggi. Coloro che divengono le pietre miliari del cammino. Ammetto che la strada spesso non è una buona amica. Le cattive abitudini vengono da lì. Ma ci sono lo stesso quelle persone che ti illuminano, ti indicano il bello della vita. Tutto sta a quello che assorbiamo e che discerniamo con la maturità.
Sì, perché i modelli che scegliamo, più o meno inconsapevolmente, ci condizionano. Più di una volta ho assunto degli atteggiamenti condizionato da una specie di forza che avevo dentro. Quando ero agente di commercio, ricordo di aver assunto degli approcci che non avevo metabolizzato. Me ne sono accorto dopo aver fatto delle brutte figure. Perché ho agito così? Mi chiedevo dopo. Evidentemente perché era l'atteggiamento di qualche personaggio influente.
Oggi, lo riconosco, sono un insieme di modelli che integro con quello che sono e quello che voglio. Non mi condizionano, ma mi permettono di esprimermi con la mia originalità. Ovviamente gli sbagli ci sono; mi aiutano a crescere e li gestisco con più dimestichezza. Un punto di riferimento essenziale resta Gesù: il pastore bello che non ha paura di donarsi e di mostrare il volto misericordioso di Dio Padre.
giovedì 14 aprile 2016
Nel vuoto
Occhi fissi in lontananza.
Un panorama da osservare.
Pensieri persi nel vuoto.
Un mondo insensato,
un inutile girovagare.
Orizzonte profondo ed ampio.
Una stasi corporea infinita.
Nulla da giudicare.
Tutto in un oceano burrascoso.
martedì 12 aprile 2016
Nel quotidiano
"Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini". Questa testimonianza
degli Atti degli apostoli ci invita a portare nel quotidiano la presenza
del Risorto. Dopo averlo accolto nella messa domenicale lo portiamo nel
cuore. Così tutto quello che facciamo nelle nostre attività è in
comunione con Lui e la sua proposta di vita. Egli ci aiuta ad essere
pienamente noi stessi. E' una luce che illumina, una rete che pesca
nelle profondità dei nostri abissi. Ricordandoci che vita vera è amore
donato. Così come Gesù sempre si dona per noi nel pane spezzato.
domenica 10 aprile 2016
Cosa vuoi fare?
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si
erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla
da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la
rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non
riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel
discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» (Gv 21, 6-9).
Ognuno si ritrova davanti a bivi. All'improviso devi fare una scelta. Spesso cerchi di prendere tempo. Ma c'è sempre qualcuno che ti chiede: che vuoi fare? Una scelta matura deve per forza di cose arrivare ad una decisione. Più o meno dolorosa. In seguito ti accorgerai di aver fatto la scelta giusta. Quella che per l'intuito è una certezza, per la ragione ha bisogno di conferme pacate. Arriveranno.
Perché chi indica la strada da seguire è il Signore. La sua luce illumina. Tuttavia chiede lo stesso di rischiare nella fede. In passato, a dire il vero, nelle mie scelte seguivo più il dovere, o il consiglio di chi non volevo deludere. Ma alla fine rimani solo tu e la tua scelta. Sempre e comunque. Ecco perché oggi seguo più ciò che medito nel cuore e che intravedo come luce nel discernimento.
All'inizio ci sono inevitabili incomprensioni ed altrettante delusioni da chi aveva riposto in te delle aspettative. Successivamente ritrovi qualcosa di solido, quello che rimane sempre. E' la fede nel Risorto. In quel pane spezzato e condiviso. In quel gettare le reti quando non è opportuno. In quel grembiule da indossare quando Lui te lo chiede. Infondo è il Risorto che con la sua luce guida la mia vita. Questo voglio fare.
giovedì 7 aprile 2016
Cristo glorioso
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Salmo 33
Il Cristo glorioso assume un nuovo aspetto: abbraccia tutto il mondo. E'
dovunque. E' il cuore di Dio che accoglie tutti nella sua misericordia.
Non ci sono limiti di tempo, spazio e luogo. Solamente le barriere
delle paure possono bloccarlo. Gesù che entra a porte chiuse nel
cenacolo non entra nelle porte sbarrate del nostro cuore. Lì Egli è alla
porta e bussa. Entra se qualcuno gli apre.
domenica 3 aprile 2016
Santa ma peccatrice
Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché
mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno
creduto!» (Gv 20, 30).
Diverse volte ho abbandonato la chiesa per aver subito dei torti. Mi sono
ritenuto offeso per vari motivi, forse anche plausibili, e ho cercato Dio per
conto mio. Una volta un parroco mi disse: si la colpa sono io me ne vado. Ma in
fondo ero io che volevo allontanarmi e seguire la mia strada. Altrettante volte
sono ritornato: solamente nella mia comunità potevo incontrare il Risorto. E
così è stato.
Gesù glorioso vuole appunto essere trovato in una comunità fragile, che vacilla.
Proprio lì l'ho incontrato e lo incontro. Come Tommaso. Il quale otto giorni
dopo la Pasqua ritorna nella comunità e vede il risorto. Con le piaghe della
sua sofferenza. Il Cristo non rinnega ciò che ha patito per noi ma lo
trasfigura. Questo mi conforta e tutt'oggi mi aiuta ad integrare la sofferenza
nel mio cammino di crescita spirituale.
Proprio affrontando incomprensione e difficoltà si matura e ci si conosce,
personalmente e comunitariamente. Se non sono perfetto io non posso pretendere
che lo siano gli altri. Il problema è fermarsi al venerdì per non raggiungere
la domenica di resurrezione. Il venerdì e la domenica sono parte di un unico
percorso. Allora è piacevole accettare la bellezza, ma ci sono anche le rughe.
Un cammino impegnativo procura sempre delle sofferenze. Bisogna avere il coraggio
di affrontarle. Così, anziché chiudere le porte è bene aprirle sempre di più.
Il risorto, infatti, non ha più confini. Entra a porte chiuse. In quelle forti
sbarre di paura che ci fanno vedere solo una santità impossibile. E' bello,
invece, riconoscere una chiesa santa, ma peccatrice. E' la nostra chiesa.
Iscriviti a:
Post (Atom)