5a domenica del TO - Anno C
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e
gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo
faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola
getterò le reti». (Lc 5, 4-5)
Prendi il largo, aprite anzi spalancate le porte a Cristo, sono frasi che ricordano il ministero papale di Giovanni Paolo II. Ha segnato molto la mia generazione con la sua voce profetica carica di entusiasmo. Essere un umile operario
della vigna del Signore, come evidenziava Benedetto XVI ai funerali di
questo grande papa, è lo stile del discepolato. Di ognuno che vuole
seguire il maestro. Non importa che tu sia un peccatore: getta le reti!
Dio è con te.
Soprattutto
nei maggiori marasmi o quando ti senti solo, abbandonato perché non
capito da chi ti è vicino. In quei momenti sul serio hai a che fare con
il tuo cuore. La chiamata a lasciare l’inutile è prepotente. La scommessa è con te stesso. Sono le
svolte della vita. Capita a tutti. Lì ti accorgi di chi ti è veramente
vicino. Soprattutto di quella luce che, sgorgando dal tuo intimo, ti fa
da guida verso la meta. Tante volte volevo mollare le mie abitudini e
orientarmi verso una nuova direzione. Mi mancavano, però, la forza e il coraggio di credere in me stesso.
In quei
momenti non c’è nessuno che ti dà una pacca sulle spalle. Devi dartela
da solo, e meno male che sia così. Altrimenti non avremmo mai la libertà
di fare delle scelte. Vai su un alto monte e trova la risposta. Mi disse un amico quando gli confidai la mia insoddisfazione. Avevo tutto e niente. La mia prima
esperienza di seminario ancora mi segnava. Non perché era finita male e
tutto mi crollava addosso, ma perché mi aveva messo a nudo e non potevo
più difendermi. I muri delle mie certezze erano crollati.
Allora sì, il mio amico aveva ragione. Doveva fiorire qualcosa. Nei miei scarabocchi
Dio vedeva, ancora progettava: non aveva abbandonato il suo amore per
me. Ora sono sacerdote da otto anni. Vivo questo disegno di amore. E vedo sbocciato il mio fiore. Dopo tanto “letame” di peccati
e debiti, e altrettanto se ne accumula, anch’io sono un umile servo
della vigna del Signore. Cerco di gettare sempre le reti quando e dove
vuole Dio, tra mille sconfitte.
E prendo il largo da tante rive che mi limitano e condizionano per approdare a un sicuro porto, che ogni giorno il Signore prepara per me; fino ad arrivare a quello eterno e definitivo che, nel suo amore, mi concederà.